giovedì 22 agosto 2013

BUONE PRATICHE PER I GENITORI


La famiglia costituisce il primo contesto educativo e di socializzazione dell’essere umano, il nucleo fondamentale in cui si assimilano modelli, stili di vita, regole e, nel contempo, si acquisiscono gli strumenti indispensabili per affrontare le difficoltà proposte dalla vita. Nell’ambito della tossicodipendenza è emerso che non tutte le persone entrate in contatto con sostanze psicoattive, presentano lo stesso rischio di sviluppare una dipendenza: oltre alle caratteristiche individuali, anche quelle relative l’ambiente familiare, possono concorrere a determinare l’aumento o la riduzione del rischio. Relazioni familiari solide e significative, possono risultare potenti fattori protettivi per prevenire comportamenti a rischio degli adolescenti. Si evince, dunque, la necessità di fornire ai genitori gli strumenti adeguati per affrontare, con i propri figli, i problemi legati ai comportamenti a rischio, tra i quali, in particolar modo, quelli relativi all’assunzione di sostanze stupefacenti. Dati statisticamente significativi evidenziano l’importanza di alcuni fattori familiari, definiti “protettivi”, nei confronti dei comportamenti a rischio; tra i principali si rilevano:

-Dare regole: è utile, sin dall’infanzia, esporre regole chiare al bambino in modo da fornirgli strumenti validi, attraverso i quali, poter regolare le proprie emozioni e i propri istinti, senza ricorrere ad atteggiamenti negativi e dannosi.
-Accrescere legami positivi: adottando uno stile genitoriale “autorevole” che sappia mediare, da un lato, l’autonomia e l’indipendenza del figlio e, dall’altro, il rispetto delle regole. In questo modo, è possibile aumentare la resilienza nel giovane, ossia tutte quelle risorse personali che gli permettono uno sviluppo flessibile ed equilibrato, anche in contesti ambientali particolarmente difficili.
-Favorire il dialogo e la comunicazione: lo scambio comunicativo in famiglia non deve ridursi a una semplice trasmissione di messaggi, bensì, dovrebbe essere una comunicazione affettiva volta a sottolineare la presenza di regole chiare e definite e promuovere la trasmissione di valori familiari pro-sociali. Così concepita, la comunicazione aiuta a instaurare una relazione genitore-figlio basata sull’affettività, l’ascolto attivo ed il rispetto reciproco, nonché, aiuta il giovane a replicare questi stessi atteggiamenti, per entrare in relazione con gli altri in maniera propositiva ed efficace.
-Fornire informazioni: per i genitori, possedere informazioni adeguate e aggiornate sulle sostanze stupefacenti e sui danni che queste provocano, è di fondamentale importanza per promuovere stili di vita sani e distogliere l’attenzione dei propri figli da comportamenti a rischio dannosi per la loro salute.
-Essere presenti ma non invadenti: i genitori, nelle relazioni familiari, devono essere presenti, ma non invadenti, ossia devono essere in grado di lasciare spazio adeguato ai propri figli, garantendo una genitorialità supportiva nei momenti di bisogno e di maggiore difficoltà.
-Organizzare in maniera chiara e adeguata la quotidianità dell’ambiente familiare: strutturare un’organizzazione chiara e flessibile della quotidianità familiare può aiutare a contenere i momenti di difficoltà e, al tempo stesso, garantire sostegno, regole, ascolto e affettività fra i membri.

In conclusione, per mettere in atto una buona azione preventiva, è necessario realizzare interventi basati sulla sensibilizzazione e informazione delle famiglie, per garantire loro una formazione adeguata e aggiornata sulle sostanze stupefacenti e sui relativi danni.

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